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CONTRIBUTO DI ANTONELLA 06/12/2006

 

 

SITUAZIONE

E' domenica,non mi sento bene fisicamente a causa di sintomi influenzali, ma sono sola e vorrei uscire. Sono in conflitto, non so se farlo oppure no, ma non per cause fisiche. Mi prende l'ansia;di solito quando non ho qualcuno con cui condividere il tempo libero, mi passa la voglia di fare le cose e mi chiudo in casa a pensare.

 

COMPORTAMENTI

Mi pongo la domanda che da giorni mi sta aiutando ad essere più dinamica e attiva verso me stessa e cioè: "cosa posso fare oggi per me stessa che dia un senso a questa giornata?" mi rispondo.."cominciare intanto ad uscire". E' fatta...mi alzo dal letto, mi lavo, mi vesto, mi trucco e prendo le chiavi della macchina.

 

PENSIERI FUNZIONALI

- Uscire e svagarmi un po' può solo farmi bene;

- Mi distraggo dai pensieri negativi;

- Posso andare in centro, i negozi sono aperti, posso comprare qualcosa che mi piace, e cominciare a decidere sui regali di Natale per la mia famiglia;

- Mi siederò in un bar e consumerò un caffè in tutta calma:

- Nonostante il raffreddore, il travestimento è riuscito bene, magari conoscerò qualcuno..chissà! ah, ah,ah...

 

SITUAZIONE

Arrivo in centro, guardo via del Corso da piazza Venezia, vedo il fiume di gente che percorre questa via importante, mi prende l'ansia, per un attimo sento un senso di smarrimento, ma ce la posso fare.

 

COMPORTAMENTI

Senza dare spazio ai cattivi pensieri, mi butto fisicamente nel grande flusso di gente;rumori assordanti dovuti al traffico, gente che spinge per entrare nei negozi..che fatica! Di nuovo l'ansia che spinge.

 

PENSIERI FUNZIONALI

- E' normale che ci sia tanta gente in giro, siamo vicini alle feste natalizie; gli altri come te, hanno bisogno di uscire e sbirciare per i negozi.

- Stai tranquilla e tutto sotto controllo, pensa alle tue esigenze in questo momento.

 

IMMAGINI MENTALI

Cerco di distrarmi dall'ansia cercando nel disagio stesso, l'essenza di quel momento. Mi godo attimo per attimo ogni vetrina, metto maggiore attenzione nei dettagli, nei movimenti che faccio, nelle cose che vedo.Mi accorgo di cose e situazioni che prima non assaporavo completamente, perché troppo presa dalla situazione disagevole.

 

CONCLUSIONE

Riesco a camminare con tranquillità senza aver fretta di andar via, mi lascio andare e assorbire dal quel caos che in fondo ha il suo fascino. Mi fermo a guardare, per qualche minuto, un artista di strada intento a realizzare sul momento, una delle sue opere. Amo l'arte..porre l'attenzione su questo artista mi distende e mi distrae. Mi sono calmata, sono contenta di essere lì sola, a godermi questo spettacolo seppure nel caos di gente; faccio spese, mi prendo un tè in un bar con calma e sono contenta.Poi mi avvio sulla strada di casa. Quando arrivo faccio il bilancio di questa esperienza.. Ho comprato cose utili, mi sono goduta un pomeriggio tutto per me, ho avuto l'opportunità di bloccare i pensieri e apprezzare cose e situazioni come  non succedeva da tempo.Sento la stanchezza alle gambe per aver camminato tanto, non ho rimorchiato nessuno, ma sono felice di essere uscita e aver pensato a me.

Da questa esperienza ho imparato ancora di più, che bisogna assolutamente avere il dovere e il diritto di pensare a noi stessi prima che ad altri, come una pianta da innaffiare ogni giorno con esperienze positive, sarà talmente bella e rigogliosa che le persone intorno non potranno non accorgersene. Bisogna confidare su noi stessi e sulle nostre risorse; uscire e divertirsi non deve dipendere da altri, a volte si sta bene anche da soli.Non so se il disagio che ho avvertito si possa definire panico, perché in alcune situazioni ultimamente, ho notato qualcosa diverso; non sarà forse l'emozione per aver ricominciato a vivere?! Esiste l'ansia positiva? Per troppi anni ho messo in azione il processo di evitamento graduale...Forse non sono più abituata a certe cose, tanto che mi sembrano nuove? Forse pensavo di non meritare certe situazioni come il cinema, una mostra, una semplice passeggiata, solo perché dipendevo troppo dagli altri tanto da rinunciare a vivere? Forse questa è la chiave, e se all'inizio della terapia vedevo uno spiraglio di luce speranzosa di potercela fare, ora, ne sono assolutamente convinta e vi dirò di più, so perfettamente qual'è la direzione:

"come il pennello che attinge al colore sulla tavolozza dell'artista paziente, allo stesso modo, ogni giorno attingerò dalle mie risorse, facendo di ogni tempo presente un tempo futuro; che sia un semplice punto o un paesaggio di tanti colori, la mia vita resterà un opera d'arte, come quella di tutti voi".

Grazie a tutti voi. 

 

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