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Io, pornodipendente/ Schiavi del sesso on line? Vincenzo Punzi spiega come disintossicarsi
Martedí 12.12.2006 09:30 (da AFFARI ITALIANI)


La copertina del libro
"Un pornodipendente non ritorna indietro, e anche se si manterrà sobrio per tutta la vita, rimarrà sempre tale".
Le mille possibilità di Internet che arriva e stravolge. In alcuni casi, crea addirittura dipendenza. Vincenzo Punzi, autore di "Io, pornodipendente" (Costa&nolan), racconta la sua storia nel labirinto della trance pornografica alla ricerca del piacere virtuale. Nel libro raccoglie le testimonianze di altri pornodipendenti e alcune strazianti missive delle loro compagne, ossessionate dal senso di colpa. A breve si costituirà l'Associazione Secret Link, mentre è già attivo il sito www.noallapornodipendenza.it, strumento utile per capire il problema e trovare un adeguato confronto. E dall'esperienza Punzi suggerisce come uscirne.

Quando è iniziata la tua pornodipendenza?
Nel 1996, quando ho installato Internet per ragioni di lavoro. Ho iniziato per curiosità a navigare nei siti, non ero certo un grande consumatore di pornografia prima. Poi si è trasformato in una vera e propria dipendenza. Ho iniziato a morire, a perdere il contatto con la realtà, a non avere più rapporti sessuali con le donne, tanto da dichiararmi "impotente". L'eccitazione arrivava soltanto davanti a Internet. Con la masturbazione cercavo di prolungare il più possibile il godimento e ritardavo l'eiaculazione.

Schiavi dell'hard virtuale
Quando è sorto il desiderio di uscirne?
Da subito. Desiderio e paura sono forti e costanti. Diventi una macchina che cerca pornografia, ti fai schifo. Vuoi uscirne quando assapori le conseguenze e la difficoltà nel gestire i rapporti, il lavoro. E i problemi sono ancora maggiori per gli adolescenti, che non conoscono ancora la sessualità come un adulto e sono travolti dal porno su Internet.

Come hai affrontato il bisogno di uscirne?
All'inizio, nel '97, mi sono rivolto a una psicologa. Così, per la prima volta ho trovato il coraggio di dirlo a una persone esterna. Ma il problema era nuovo e non ne sapeva nulla di pornodipendenza, fino a consigliarmi di andare a prostitute, soluzione ben lontana dal nocciolo della questione. Devo molto a Gianni Lanari, psicoterapeuta specializzato sulle dipendenze. L'ho chiamato, ci siamo incontrati e dopo alcuni mesi mi ha spinto a creare un gruppo di auto aiuto, che sarebbe diventato uno strumento di liberazione. Ho iniziato a trovare su Yahoo! community di persone che cercavano un confronto, e ce ne sono tantissime.

Perché nel pornodipendente si alternano momenti di sobrietà, in cui non si naviga nei siti?
Interviene la coscienza. Ci sono periodi in cui sai che non puoi farlo, emerge il senso di colpa. Ci sono sere in cui hai la soddisfazione di addormentarti presto e altri in cui passare davanti al pc senza fermarsi è una conquista. Alle persone del gruppo consiglio di staccare la connessione, se non serve per lavoro.

Pornotube
Come si può guarire?
In primo luogo bisogna dirlo al proprio partner, se parliamo di una persona con un rapporto sentimentale. In molti casi le donne scoprono il computer del marito, e si sconvolgono. Si colpevolizzano quando in realtà è solo una scelta inconcepibile e autonoma del compagno. E l'uomo di solito si difende accusandola di la violazione di privacy, o giustificandosi nel modo più assurdo. Per chi non ha un partner, consiglio di trovare un confronto personale, un gruppo di auto aiuto che consenta di conoscere ed esaminare a fondo il problema.

Quali consigli daresti al pornodipendente?
Accetta la tua dipendenza, sappi che non è una cosa "normale" e che ti crea impotenza. Accetta che il tuo cervello è intriso di pornografia. Non è una questione di volontà ma di acquisizione delle dinamiche, perché si teme di non poter vivere senza pornografia. Esamina la tua vita e vedrai che tutti gli aspetti ne sono condizionati.

Ci sono dei sintomi che permettono di riconoscerla nel proprio partner?
Sì. Non c'è più rapporto fisico, l'uomo è sempre distante e passa molte ore al pc, in ufficio o a casa. Molte volte non cancellano i contenuti porno nel computer a casa, perché sperano di farsi scoprire. In questo modo si deresponsabilizzano e aspettano l'arrivo della crocerossina. Molti sono disperati, si sentono colpevoli e non sanno come uscire allo scoperto.
Lasciare tracce è già una prima fase dell'outing.
Non è sufficiente. Bisogna dirlo. Un pornodipendente non sarà mai "ex", non bisogna mai abbassare la guardia per mantenersi sobri.

Eleonora Bianchini

 

 


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