LA BiblioCineterapia
moderna
Il Programma
Cosa serve per fare un buon
bibliocineterapeuta?
LE prime DOMANDE
essenziALI
qLo stupore dei primi spettatori
cinematografici è riproducibile?
qUn film può cambiare una vita?
qE’ terapeutico identificarsi con
il cattivo?
qQuanti tipi di lettore
esistono?
qC’è qualcosa di eroico in
ognuno?
qC’è qualcosa di supereroico in
ognuno?
qIl film può aiutare a contenere
l’angoscioso?
qIl film può essere
rassicurativo?
qE’ meglio essere
biblioterapeutico o cineterapeutico?
qDi quali saperi deve sapere il
terapeuta?
qDi quali saperi deve sapere il
cineterapeuta?
qCos’è che fa la formazione del
terapeuta?
qCos’è che fa la formazione del
cineterapeuta?
qCos’è che fa la formazione del
bibliocineterapeuta?
qIl film può aiutare a
utilizzare il proprio onirico?
qQuanto fiabesco deve contenere
la terapia?
qQuanto nutre il metaforico del
terapeuta il cinema?
qIl film facilita l’incontro con
le figure
archetipali?
qQuanto è utile transitare dalla
prosa alla poesia?
Il Seminario si inserisce
nell’ambito delle cosiddette terapie
narrative (Michael White) e arteterapeutiche
e intende presentare un modello di formazione alla pratica clinica della
cineterapia centrato sull’approccio
strategico ericksoniano, in cui si utilizzano
attivamente gli stati di coscienza e
i processi creativi, si ricorre al discorso evocativo e
disseminativo, alla ricerca interna e al pensiero riassociativo.
L’approccio cineterapeutico che
presentiamo è in realtà un tentativo di integrare opportunamente la
biblioterapia con la cineterapia allo scopo di definire un tipo di bibliocineterapeuta capace di fare la
spola tra più tipi di testi, tra testo letterario, testo poetico, testo
musicale, fiaba e testo filmico.
Come Polster (Polster1984) e
Hillman (Hillman, 1987) crediamo fermamente che la psicoterapia risponde a un
processo estetico-artistico. Hillman parlò di una base poetica della mente
Il film, come la musica, è un
prodotto ubiquario a cui tutti hanno facile accesso, più del libro, e che
colora il nostro bisogno narrativo. All’interno dell’iconosfera in cui viviamo
rappresenta probabilmente l’oggetto più significativo e fruito.
Il percorso intende
innanzitutto esplorare la relazione che ognuno stabilisce con l’universo
filmico visto nella sua complessità e ricchezza. Dopo di che vuole indagare i
percorsi che ogni terapeuta impiega per nutrire il proprio metaforico, tra testo letterario e fiabesco e infine approfondire e
arricchire l’atteggiamento interrogativo
piuttosto che affermativo o esclamativo del terapeuta che può
fondare il proprio essere e agire su un concetto di inconscio tipicamente
ericksoniano come deposito di esperienze emotive, sul lavoro terapeutico come
presentazione di idee ed esperienza profonda di relazione mente-corpo.
L’esperienza filmica è
innanzitutto esperienza autocurativa per il terapeuta come lo è intensamente
per il regista, che, in fondo, è il gestante.
Basti citare il caso del film Otto e
mezzo per Fellini (Fellini, 1983) che dichiarò il suo potere trasformativo
per sè. Ma, naturalmente, è anche intuitivamente curativa per lo spettatore (La rosa purpurea del Cairo, Allen,
1985). A lungo era stato sperimentato il potere autocurativo della lettura e
del libro e, più recentemente, si sta esplorando il potere della scrittura, ma
entrambe nascondono aspetti ambivalenti che il cinema ha saputo svelare (Il Riccio, 2009, Scoprendo Forrester, 2000).
Si esploreranno le due
dimensioni umane fondamentali e ricorrenti, il Tempo e lo Spazio, attraverso
la proposta di esperienze ipnotiche dirette e indirette. In più di un film
compare direttamente e indirettamente l’idea del tempo (Sliding doors, Ricomincio da capo, Lola corre, Il branco, Il curioso
caso di Benjamin Button, La venticinquesima ora) come pure l’idea dello
spazio e dell’altrove (Per un pugno di dollari, Into the wild, The
experiment). Per di più si esplorerà l’idea dell’Oggetto perduto e del Doppio e
del Perturbante freudiano per la sua
forte valenza terapeutica (Fight club,
Shining)
Si mostreranno gli usi del linguaggio sensorialmente basato e, in
generale, del linguaggio corporeo come
parte sostanziale del discorso
disseminativo, nonché della
musica e della canzone come punteggiatore efficace della vita emotiva.
Inoltre si mostreranno gli usi
dei processi identificativi e
reidentificativi a doppio senso attraverso la scrittura di sè. Lo schermo è
solo il punto di contatto tra storie che si intrecciano, tra l’attore e lo
spettatore. Potenzialmente un film non finisce mai di sollecitarci.
La nostra esperienza clinica è
a largo spettro; fa riferimento ad adulti e minori, in setting individuali e di gruppo, orientati creativamente, con
particolare riferimento a persone con storie di tossicodipendenza e di
detenzione anche lunga, nonché con profili cognitivi compromessi dove il nodo
emozionale e il rischio alessitimico si fa persistente e particolarmente pericoloso.
Sarà fornito materiale cartaceo
predisposto ad hoc
Contenuti
qLa nascita del
Bibliocineterapeuta moderno: i titoli di testa del nostro percorso
qIntorno al profilo del
Bibliocineterapeuta (Esperienza)
qIl film come esperienza visiva
ed estetica
qL’esperienza musicale nel film
qDallo spettatore al paziente
qMetafore intorno al film (Esperienza)
qLa ricerca di altri copioni
esistenziali e la dissoluzione dello schermo
qTutta la terapeuticità del film
q “C’era una volta un pezzo di
legno” (Esperienza collodiana)
qIl Viaggio dell’Eroe di Joseph
Campbell e Chris Vogler
qLa mente tra generi,
sottogeneri, titoli, canzoni, poesie e tematiche
(Esperienza)
qIl film non deve morire: 1000 e
un finale
qIl cinema come linguaggio
accomunante tra paziente e terapeuta
qTutti i linguaggi del film,
diretti e indiretti: esercizi di stile (Esperienza)
qLa questione della prescrizione
qLa Libreria personale
qLa Cineteca personale:1000 e un
film per la sopravvivenza emotiva di ciascuno
qL’Intervista Iconografica (Esperienza)
qVerso la costruzione di un sé
narrativo multicentrato
qC’è un film di gruppo che
attende di essere montato (Esperienza)
qVerso un modello integrato
Bibliocineterapeutico
Bibliografia
BARBERY Muriel
(2006) L’eleganza del riccio
BARTHES Roland (1977) Frammenti
di un Discorso amoroso
CALVINO Italo
(1979) Se un notte d’inverno un
viaggiatore
COLLODI Carlo
(1881) Le avventure di Pinocchio. Storia
di un burattini
HILLMAN James Storie che curano, Milano, Cortina, 1984
POLSTER Erving
Ogni vita merita un romanzo, Astrolabio, Roma, 1987
SCHNITZLER Arthur (1926) Doppio sogno
STEVENSON Robert (1886) Lo strano caso del dottor Jekyll e del
signor Hyde
WILDE Oscar (1891) Il ritratto di Dorian Grey
WHITE Michael La terapia come narrazione, Roma, Astrolabio,
1992
Opere
cinematografiche
Per un pugno di dollari Sergio Leone 1964
2001 Odissea nello spazio Stanley Kubrick
1968
Shining Stanley
Kubrick 1980
La rosa
purpurea del Cairo Woody Allen 1985
Ricomincio da capo Harold Remis
1993
Il Branco Marco Risi
1994
Sliding Doors Peter Howitt 1998
Lola corre Tom Tykwer 1998
Fight Club David
Fincher 1999
Scoprendo Forrester Gus Van Sant 2000
The experiment – Cercasi cavie umane Oliver Hirschbiegel 2001
La venticinquesima ora Spike Lee 2002
Into the wild Sean Penn
2007
Il curioso caso di Benjamin Button David Fincher 2008
Il riccio Mona
Achache 2009
Conduttore
Dr Antonio Bufano
Psicoterapeuta
338 2187247
Antonio.bufano2008@gmail.com
IL CENTRO onlus
Centro
di Prevenzione al Disagio psicosociale
Via
Pietralatella (Casal Bertone) - 00159 Roma
06 438.23.79
iocentrotutticentriamo@virgilio.it