Benvenuti! Telefonateci ai n. 0622796355 - 3473157728.  Siamo a ROMA in Piazza Sempronio Asellio 7 (metro A Giulio Agricola/Tuscolana/Don Bosco/Cinecittà)

Il C.I.S.P. ti offre la possibilità di avere a disposizione gratuitamente per trenta minuti uno Psicoterapeuta a cui poter fare qualsiasi tipo di domanda riguardante il potenziamento del tuo BENESSERE. Per usufruire del servizio...

L'11 SETTEMBRE E LA RET

Cesare De Silvestri

 

Che cosa può dire la RET (REBT) sull'11 settembre? Poco o niente sull'episodio. Non è compito suo, e ognuno di noi può commentarlo come vuole. Io l'ho fatto - in una serie di articoli giornalistici che però non hanno quasi nulla a che vedere con la psicoterapia che pratico. Ma l'episodio, il fatto, l'attacco omicida e suicida contro New York e gli Stati Uniti, a parte la strage degl'innocenti e lo strazio dei loro congiunti e amici, ha scosso milioni e milioni di persone in tutto il mondo. E le reazioni sono state notevoli e diverse. Talvolta esplosive in un senso o nell'altro - di fanatica gioia o di sbigottito orrore. Sino a farsi violente, ostili e micidiali su entrambi i versanti. Quello dei complici e sodali dei terroristi con il barbarico incitamento ad ulteriori massacri. E quello delle vittime che, fortunatamente solo in rarissimi casi, hanno risposto con altrettanto barbarico spirito di vendetta privata. Reazioni, comunque, quasi tutte irragionevoli - o irrazionali, per usare un termine che ci è familiare. Noi viviamo e lavoriamo in un paese alla periferia del mondo cosiddetto occidentale. L'impatto della tragedia è stato sentito a distanza e subito strumentalizzato nelle settarie risse della politica indigene. Ma può darsi che anche da noi qualche persona sia rimasta più colpita dall'evento ed abbia sviluppato dei problemi psicologici. Può darsi che alcune di queste persone si rivolgano a noi. E allora ecco che la RET (REBT) ha qualcosa da dire per aiutarle. I pazienti che possono capitare in terapia per questi motivi molto probabilmente sono inquadrabili nell'iter patogenetico segnalato da Albert Ellis in un suo recente articolo sull'argomento ("Getting rational about September 11", New Therapist,16). Le convinzioni disfunzionali (o idee irrazionali, se preferite ) in gioco sarebbero in primo luogo quella secondo cui il mondo è un luogo troppo orribile dove non si può letteralmente vivere. Questa depressione autocommiserativa porta facilmente ad un secondario (2nd ABC) di ostilità contro chi rende orribile questo mondo e alla conseguente esigenza di sterminarli tutti. Di fronte alla materiale impossibilità di eseguire la punizione che si dovrebbe infliggere ai colpevoli, ne consegue (3rd ABC) un giudizio depressivo autosvalutativo d'incapacità o d'impotenza. E' abbastanza ironico che queste convinzioni sono probabilmente le stesse intrattenute dai terroristi. 1) Il mondo è troppo  orribile.  2) La colpa è degli "occidentali", con il conseguente sacro dovere di punirli. E 3) l'autosvalutazione finale dei molti per l'impotenza e incapacità di agire, mentre alcuni si convincono di poter riaffermare il proprio valore mediante l'illusoria apoteosi del martirio. Limitando tuttavia il discorso ai nostri ipotetici pazienti, e seguendo la strategia strutturata della RET che consiglia di iniziare l'intervento dai livelli gerarchici più alti della costellazione problematica, noi possiamo aiutarli in primo luogo a raggiungere una migliore accettazione di se stessi con tutti i loro difetti e debolezze. Possiamo aiutarli ad accettare tutti gli altri esseri umani nonostante qualsiasi abominevole comportamento (il che non significa lasciare liberi di ripeterlo). Se abbiamo a che fare con pazienti cristiani, possiamo citare che "si condanna il peccato ma non il peccatore ". Possiamo infine aiutarli accettare questo nostro mondo con tutte le sue brutture - senza intolleranze né rassegnazione - imparando meglio la lezione che consiglia di cercare di cambiare  ciò che si può cambiare, accettare ciò che non si può cambiare (il che non significa farcelo piacere ), ed avere la saggezza di saper distinguere fra le due cose. Naturalmente si tratterà di spiegare ai nostri pazienti che hanno di fronte un lavoro difficile e lungo. Ma quando mai stare meglio è stato facile e immediato? E anche se lavoreranno duramente e a lungo non è detto che risolveranno perfettamente tutti i loro problemi. Però se la caveranno molto meglio con le difficoltà quotidiane e con quelle eccezionali come il terrorismo. Potranno aiutare gli altri a cavarsela un po' meglio, ed offriranno un modello di comportamento e di reazione emotiva che, se fosse largamente diffuso in tutto il mondo, forse ridurrebbe di molto le sue brutture - compreso il terrorismo.  Concludo echeggiando a mio modo il messaggio di Ellis e della RET: "Pace con noi stessi, pace con tutti i nostri simili, pace su questo terra dove tutti viviamo".

  P S I C   T V  La Web Tv per la Psicologia e La Psicoterapia   

 


CISP

www.psic.tv  www.cisp.info  www.attacchidipanico.it  www.psicoterapie.org  www.tossicodipendenze.net
 www.disturbisessuali.it  www.ossessioniecompulsioni.it  www.terapiadicoppia.it  www.prevenzione-psicologica.it www.psicosi.net  www.fobia.it  www.depressioni.it  www.ansie.it  www.infanziaeadolescenza.info  www.terapiedigruppo.info  www.psicoterapie.info  www.lavorodigruppo.eu www.disturbialimentari.com

ritorna alla homepage

Copyright © CISP