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ADDESTRAMENTO ASSERTIVO DI GRUPPO

Come avere successo in qualsiasi relazione

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STORIE VERE

 

STORIA N.1

SONO FELICE DI SPERARE ANCORA

Ciao a tutti,io mi chiamo xxxxxxx e ho 40 anni.Su consiglio della mia psicoterapeuta ho visitato questo sito e l'ho trovato molto interessante. Ho letto le lettere della gente, che come me, si rivolge allo psicoterapeuta, anche loro in cerca di una risposta, in cerca di capire.Anche io ho una mia storia che, con molto disagio, vivo e voglio risolvere......ho cercato e domandato a volte alle persone sbagliate, finché ho cominciato con la psicoterapia.
L'inizio è stato duro perché, aprirsi con un estraneo, per me non è stato facile, soprattutto aprire pagine di vita vissuta, ma la voglia di uscire e affrontare e vivere diversamente quello che mi angosciava, mi ha aiutato a trovare la forza.
Ci vuole forza nell'affrontare le psicoterapie, e fiducia nel terapista.......coraggio per credere che la vita può migliorare. Scrivere questa lettera è per me difficoltoso, spero però che qualcuno tragga da essa lo stesso messaggio che io ho recepito, leggendo le esperienze degli altri.
Il mio motivo di disperazione era costituito dal fatto che
mia moglie non mi amava più e che mi aveva dato tutte le colpe.Ho due figli, a cui sono legatissimo, ma il motivo per cui sono quasi impazzito dal dolore, è che ho rivissuto la mia infanzia difficile. Ho sentito sulla pelle la sofferenza dei figli, come io l' avevo vissuta, i litigi e la disperazione dei miei. Tale sofferenza mi è rimasta dentro e non so quanto questa mi abbia fatto vivere male, osservando con occhi non razionali, la situazione.Ora comincio a capire, come dal nulla, dopo tanta confusione, ho la sensazione di aver preso in mano il timone della mia vita, ho cominciato a percorrere una strada che non conoscevo e non mi sento più in colpa.
Ora so di avere delle responsabilità, so quali sono, ora osservo mia moglie con occhi diversi, non provo più rabbia,la capisco...per lei non è stata facile la nostra vita, ho scoperto che anche lei ha avuto messaggi negativi, diversi, ma uguali nell' influire il modo di vedere le cose.Lei non sa che io faccio psicoterapia,gli avevo proposto di farla insieme a me, ma lei non ci crede.....non crede che la gente può cambiare.Adesso non so ancora, se riuscirò,anzi riusciremo a salvare il nostro matrimonio....perché bisogna volerlo in due....la cosa più importante è che migliori la qualità della nostra vita, qualsiasi sia la scelta che faremo.
Ho scoperto che la psicoterapia aiuta a sbloccare certi meccanismi dentro di noi e poi fornisce le abilità per farli funzionare bene.Probabilmente è questa la vera essenza di tutto. Attualmente non sto usando più termini come "problema o croce", per descrivere la mia storia.....è semplicemente una delle tante, che si vedono in giro, adesso per me è importante viverla diversamente, spero di crescere come persona e dare serenità ai miei figli....
ma prima di tutto..... sono felice di sperare ancora.

 

STORIA N.2

E' una resistenza?

Salve, mi chiamo xxxxxx e da circa due anni sono in terapia analitica. In questi ultimi mesi (da settembre) soffro di attacchi di panico che mi impediscono di vivere normalmente. Così, devo venire accompagnata nei miei
spostamenti e, se i luoghi sono affollati o rumorosi, inizio a sentirmi male (sensazione di svenire, disagi vari ecc.).Sono sempre stata molto emotiva ma, anche se mi costava più energie del dovuto, non ho mai evitato nuove situazioni e mi sono sempre messa nelle condizioni di affrontare ambienti ecc. che d'istinto avrei invece evitato.
Sto prendendo anche dei medicinali: per due mesi ho usato lo xxxxx che ora ho sostituito con lxxxxxx, ma non ho rilevato cambiamenti. Inoltre, in questi ultimi giorni inizio a sentirmi in ansia anche a casa.
Il problema è il seguente: è possibile che dopo due anni di analisi (anni fa ne seguii un'altra per quattro anni, interrotta per problemi economici), nasca un problema simile? C'è da aggiungere che non mi trovo bene con l'analista che mi sta seguendo (e di questo stiamo ancora parlando durante le sedute). Mi rendo conto che potrebbe trattarsi di resistenza, ma anche che forse l'analisi "classica" o l'analista potrebbe non essere adatto a me. Come faccio a valutare se non è il caso di cambiare analista e tipo di
terapia? Voglio essere certa di fare una scelta sensata e non voglio convivere con il dubbio di essere fuggita di fronte al problema. A chi posso rivolgermi e come chiarirmi le idee?


STORIA N. 3

UNA SPERANZA C'E'!

SCRIVO QUEST'E-MAIL XCHE' STASERA MI SONO RITROVATA A LEGGERE LE STORIE PUBBLICATE IN QUESTO SITO. FINO A POCO TEMPO FA, USAVO INTERNET PER AVERE PIU' INFORMAZIONI SULL'ANORESSIA NERVOSA CON VOMITO AUTOINDOTTO (COME SE NON LA CONOSCESSI ANCHE TROPPO BENE!) MA NON AVEVO MAI IL CORAGGIO DI CHIEDERE AIUTO, O COMUNQUE, NON FINO IN FONDO. IL MOMENTO GIUSTO E' ARRIVATO DOPO UNA LUNGA RIFLESSIONE, AIUTATA ANCHE DALLA PSICOTERAPIA CHE SEGUO DA PIU' DI UN ANNO X DEPRESSIONE E TENTATIVI DI SUICIDIO. PRIMA HO DOVUTO AMMETTERE CON ME STESSA IL PROBLEMA, POI HO INIZIATO A COINVOLGERE GLI ALTRI. SOLO DOPO MOLTO TEMPO HO AVUTO IL CORAGGIO DI CONFIDARLO A QUALCUNO.... QUANDO PROPRIO MI ERO STANCATA, PROPRIO NON CE LA FACEVO PIU' A SOPRAVVIVERE COSI', HO RICHIESTO AGLI ESPERTI UN AIUTO SPECIFICO. E' STATO DIFFICILE POI ACCETTARLO, MA SAPEVO CHE IL PASSO PIU' IMPORTANTE L'AVEVO FATTO ED ORA STO VIVENDO IL RESTO COME UN ESPERIMENTO. DA POCHE SETTIMANE SONO SEGUITA DA UNA DIETOLOGA E DA UNA PSICOLOGA ESPERTE IN DISTURBI ALIMENTARI(INOLTRE CONTINUO LA PSICOTERAPIA CON LO PSICOTERAPEUTA).CON TUTTI QUESTI STIMOLI, IL MOMENTO DI CAMBIARE E' ARRIVATO FINALMENTE. NON SI TRATTA DI CAMBIARE LA VITA O DI RISOLVERE I PROBLEMI, MA DI SPEZZARE L'ABITUDINE DANNOSA CHE NON MI FA PENSARE A NIENTE, PERCHE' MI SOFFOCA LA VITA. E' DIFFICILE RINUNCIARE A QUESTA TENTAZIONE VELENOSA, MA SE CI SI PROVA ANCHE SOLO PER VEDERE COSA PUO' SUCCEDERE, SI DIVENTA PIU' COSCIENTI. IO, IN QUESTI GIORNI DI ''GUERRA'' ALLA MALATTIA, STO SPERIMENTANDO UNA FORZA CHE NON SAPEVO PIU' DI AVERE. OGNI TANTO SCIVOLO ANCORA, A VOLTE MI ACCORGO DELLA PAURA CHE HO DI VIVERE, DEL VUOTO DI CUI MI SONO CIRCONDATA IN TUTTO QUESTO TEMPO... I MIEI PROBLEMI CI SONO ANCORA, MA ALMENO ADESSO POSSO PROVARE A RISOLVERLI, NON MI NASCONDO PIU' DIETRO AD UN COMPORTAMENTO INNATURALE. MI SONO ACCORTA CHE L'IMPORTANTE E' DECIDERSI, TUTTO QUI. E VORREI INCORAGGIARE TUTTE LE RAGAZZE CHE NON OSANO, PERCHE' IL PROBLEMA NASCE PROPRIO DALLA PAURA.

 

 

STORIA N. 4

Terapia della bulimia

Non pensavo fosse possibile, ma alla fine ci sono riuscita! Sono riuscita ad affrontare in buona parte le mie problematiche bulimiche con un trattamento psicoterapeutico di circa 30 sedute a cadenza settimanale. Ero reduce da un trattamento biennale di approccio differente che mi aveva fatto conseguire risultati molto parziali. Quando ho incontrato per la prima volta il nuovo terapeuta, quest'ultimo mi ha fatto capire che se avessi avuto il coraggio di sudare sette camice, avrei superato il mio problema in tempi relativamente brevi. Ho avuto fiducia in lui e mettendocela tutta, ho voluto provare. Non è stato semplice apprendere ad automonitorarmi, a far uso delle attività alternative alle abbuffate e ad usare le tecniche del problem solving per prevenire le situazioni stressanti, ma la mia perseveranza ha vinto. Ho capito, anche se all'inizio con tutte le mie perplessità, che le diete potevano diventare paradossalmente la causa delle abbuffate e che molti dei miei pensieri e delle mie convinzioni erano disfunzionali per il mio benessere. Ho trovato e messo in pratica i pensieri, le aspettative e le convinzioni più funzionali a me stessa e alla fine sono riuscita ad incamminarmi sulla via della guarigione.

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-storie con le paure e le fobie

-storie con gli attacchi di panico

-storie con i disturbi alimentari

-storie con le ossessioni e le compulsioni

-storie con i disturbi sessuali

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-storie con i problemi di coppia

-storie con la tossicodipendenza

-storie con la psicosi

-storie con la depressione

-storie con la psicoterapia

 

La comunicazione assertiva
di Lanari Gianni, Calbi Nunziata - Ed. Finson

L'assertività o arte del rapporto interpersonale è, in Italia, una disciplina ancora misconosciuta. Essa descrive un modo di agire e uno stile relazionale in cui il rispetto dei propri desideri e bisogni riveste un ruolo di primo piano, mantenendo allo stesso tempo l'attenzione ai diritti e all'uguaglianza tra le persone. Il manuale guida il lettore lungo un percorso di crescita e auto-miglioramento che conduce all'equilibrio con se stessi e a una migliore interazione con gli altri...

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